venerdì 30 giugno 2017

PLAYLIST:THE CURE #2 (UNDERRATED TREASURES)

PLAYLIST:THE CURE #2 
(UNDERRATED TREASURES)


E rieccoci qui, per l'appendice necessaria alla prima selezione di brani dei Cure. Le motivazioni per cui ho scelto di fare una doppia scaletta le ho già ampiamente illustrate sul post precedente; quindi, poche chiacchiere, e andiamo a scoprire queste canzoni bellissime, ma di cui molta, troppa gente ne ignora l'esistenza.

1 - MORE THAN THIS (1998)
Scritta appositamente per il primo lungometraggio cinematografico di X-Files, "More than this" ha dei chiari accenni al sovrannaturale e alla fantascienza, anche se in realtà è un brano interpretabile, perchè gioca su un'ambivalenza tra canzone d'amore e pezzo strettamente dedicato al film. Il passaggio in cui Robert Smith canta "On your lips lies a secret, the promise of a kiss or something more than this?" è una chiara aspettativa sentimentale (o forse fa riferimento al fantomatico bacio sospirato per anni tra Moulder e Scully?), mentre tutto nelle strofe gioca sul doppio senso tra l'ignoto e un qualcosa di irraggiungibile ("Another second of my life not knowing if it's true...Make-believe in nothing, it's all I want of you..."). Uno Smith criptico come sempre, insomma, ma qui oltre al testo - davvero ben strutturato - ancora una volta è la musica a fare la differenza:ricorda per certi versi "Lullaby", con il suo ritmo compassato e iperprodotto, le tastiere che saturano le casse ed un pizzico di elettronica che i Cure già avevano iniziato a sperimentare sul finire degli anni 80. Il brano si può recuperare anche nel cofanetto "Join the dots", composto da 4 cd che contengono canzoni inedite, b-sides e versioni rare di pezzi più famosi; questo box è un'autentica miniera d'oro, perchè raccoglie oltre a "Burn" (di cui ho parlato prima, tratta da "The Crow") anche un altro brano di cui parlerò tra poco ("Breathe") ed un'altra perla incisa per il film di Judge Dredd, intitolata "Dredd song", che per ragioni numeriche non ha trovato spazio in questa scaletta.


2 - KYOTO SONG (1984)
Ok, lo ammetto:"Kyoto song" l'ho scoperta da poco (eppure ha 33 anni questa canzone, accidenti!) ed è anche uno dei motivi per cui, alla fine, ho dedicato due playlist ai Cure; sono questi, i tesori nascosti a cui accennavo prima:canzoni secondarie che raramente vengono proposte dal vivo e quasi mai passate per radio. E che dire? La linearità e la semplicità sulla quale è improntata la struttura melodica di questa canzone mi ha colpito quasi immediatamente, lasciandomi anche un grosso dubbio:anni fa io avevo ascoltato "The head on the door" e non mi era piaciuto; possibile che mi sia sfuggita? Non mi soffermerò più di tanto sull'album quindi, che conosco poco (prometto di coprire questa lacuna a breve) ma che so essere una naturale prosecuzione del periodo più dark del gruppo; "Kyoto song" è solo apparentemente un brano leggero e disimpegnato, perchè se lo si analizza a fondo, ci si può ritrovare la consueta oniricità, con il testo oscuro ed inquietante sin dalle prime battute:"A nightmare of you of death in the pool wakes me up at quarter to three...I'm lying on the floor of the night before with a stranger lying next to me...". Tutto ciò, come detto, va in contrasto con la musica, ma è come se le donasse una nuova chiave di lettura:è, insomma, un tipico esempio di come sentendo attentamente una canzone, si possa averne una percezione completamente diversa rispetto ad un ascolto poco incline all'analisi del testo; e così, quello che può sembrare un brano innocuo, con un giro di tastiere quasi allegro e spensierato, può in realtà suonare sinistro e agghiacciante. Non mi perdonerò tanto facilmente di aver trascurato questa canzone per così tanto tempo, ma da oggi in poi, guai a chi prova a togliermela dallo stereo!


3 - LAST DANCE (1989)
Eh già, ecco qui un altro pezzo tratto dal mio amatissimo "Disintegration". Non potevo proprio farne a meno, perchè "Last dance" è un episodio così introspettivo, così carico di tastiere evocative, che riesce a creare un'atmosfera crepuscolare che volge alla notte più buia. Introdotta da una chitarra acustica "a cascata" e da una batteria aritmica, il brano si sviluppa in tutta la sua emaciata e livida struttura, fino all'arrivo del cantato di Robert Smith, sofferto ed implorante:l'incipit "I'm so glad you came I'm so glad you remembered to see how we're ending our last dance together..." è già struggente di per sè, e lascia intendere dove ci porterà la narrazione; il testo è un'autentica poesia che in alcuni passaggi risulta essere davvero commovente ("But Christmas falls late now flatter and colder and never as bright as when we used to fall, all this in an instant before I can kiss you, A woman now standing were once there was only a girl..."), perchè parla degli ultimi attimi passati in compagnìa di una donna amata per anni che si sta spegnendo, e dal testo si evince che quelle che la vita sta separando, potrebbero essere due persone anziane ("C'è adesso una donna dove prima c'era una ragazza"..."Natale arriverà tardi quest'anno [..] non sarà luminoso come quelli che usavamo passare").  Difficilmente ho trovato tanta intensità in una canzone:la prima volta che la ascoltai, rimasi così incantato da dover staccare tutto e concedermi poi 10 minuti di silenzio per poterla assimilare. Ricordo anche che successivamente corsi a leggermi il testo sul libretto del cd, che ovviamente non fece altro che aumentare quel magone che pian piano mi stava assalendo. E quando una canzone ti tocca in modo così profondo e intimo, beh...rimarrà per sempre nelle tue corde. Tutti prima o poi ci troveremo ad affrontare un distacco del genere; mi piace pensare che "Last dance", un giorno, mi possa essere di conforto, in qualche modo. Perchè sarà come un "amico" che mi guarderà dentro, raccontando in musica la mia stessa tristezza, il mio stesso sconforto.
                                                                                                        

4 - BREATHE (1987)
E qui "Join the dots" è stato davvero prezioso:perchè senza quel box, credo sarebbe stato quasi impossibile avere questa canzone rimasterizzata in digitale (almeno al momento della sua uscita); "Breathe" è infatti la B-side del singolo "Catch" (tratto da "Kiss me Kiss me Kiss me") che uscì all'epoca solo in vinile 12'' e 45 giri, ed è un brano quasi interamente strumentale - chiaramente un demo, non so dire quanto incompiuto o quanto voluto così - interamente suonato con un organo accompagnato da una tastiera che sembra quasi una marcia funebre. Robert Smith canta solo il ritornello: "Breathe,breathe on me, Be like you used to be, breathe on me", ed è un'altra prova di rara intensità, tanto semplice quanto profonda e ricercata. Mettete da parte le convenzioni strutturali di una canzone, sedetevi su una sedia o poltrona che sia, davanti ad una finestra con degli alberi, ed ascoltatela. E' uno dei modi (poi ognuno ha il suo, sia ben chiaro) per poter apprezzare in pieno lo splendore di certe opere, che trascendono i generi, gli stili e i canoni che troppo spesso soffocano le emozioni ed indirizzano i nostri giudizi.



5 - TREASURE (1996)
Quest'ultima canzone ha vinto il ballotaggio in extremis con "Dredd song". Ci è riuscita perchè l'ho scoperta il giorno di Natale di 20 anni fa (giorno in cui, se ricordo bene, l'avrò ascoltata una decina di volte), e da lì in poi mi sono trovato spesso a ripescarla con piacere ogni volta che giro intorno a qualche disco dei Cure. E' una canzone abbastanza semplice, e neanche tanto elaborata, ma triste. Molto triste. Parla di una storia appena finita, e descrive alla perfezione quella che per il sottoscritto è una sacrosanta verità: "Remember I loved only you, remember me and smile...For it's better to forget than to remember me and cry.". Già, proprio così, ricorda con il sorriso, oppure è meglio dimenticare che ricordare e piangere. Molti potrebbero non trovarsi d'accordo con un'affermazione del genere, ma io mi ci rispecchio alla perfezione.
"Treasure" è l'unico brano dell'abum "Wild mood swings" ad avere una chiara impronta dei Cure più malinconici ed introspettivi, perchè per il resto è a tratti un disco bizzarro, giocoso ed un pò fuori dal loro classico stile.  


Chiudo qui, ora i brani selezionati sono10. Soddisfatto? In parte, direi di sì; meglio non pensarci troppo, perchè già mentre sto scrivendo questa coda finale, mi è tornato in mente un altro brano che ahimè non ho inserito (ve lo dico? certo che ve lo dico:"The loudest sound"). E' evidente come i Cure siano una delle mie band preferite, e non averli mai visti dal vivo è un'altra di quelle annose lacune a cui spero presto di rimediare. Ma mi viene da ridere:perchè per ora me la sono cavata, ma sto già pensando alle playlist future che dovrò stilare prossimamente, e non avete idea di quanti altri artisti mi metteranno in difficoltà con post del genere.
Nel frattempo, si è fatta notte, e tra un pò dovrò pur mettermi al letto; prima di coricarmi, mi accerterò che non ci sia l'uomo-ragno affamato a tessere la sua tela nei pressi del mio letto...non si sa mai. Robert Smith insegna.

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