giovedì 10 agosto 2017

PLAYLIST:DAVID BOWIE #2

PLAYLIST:DAVID BOWIE #2

Come preannunciato, anche Bowie mi ha costretto a selezionare due playlist invece di una. Questa è la seconda parte, che curiosamente (giuro, non è stata una cosa premeditata) è incentrata di più sulla prima parte di carriera (3 brani su 5, infatti, risalgono agli anni 70). Questo credo sia dovuto al fatto che io abbia dato la precedenza al Bowie "vissuto" da me in prima persona:negli anni in cui ho iniziato a seguire e a capire di musica, sono usciti "Black tie white nose" e "Outside"; grazie a questi album (che di certo non sono da annoverare tra i migliori nella produzione del duca inglese) poi sono andato a scoprire i lavori precedenti. Un percorso a ritroso piuttosto contorto, certo:ma l'importante è aver recuperato quegli anni perduti e fondamentali per capire più a fondo le origini dell'uomo venuto dallo spazio.

1 - LIFE ON MARS?
"Life on Mars" risale al 1973, e fu pubblicata nell'album "Hunky Dory". Nata da una
rielaborazione degli accordi di "My way" di Frank Sinatra, con cui ha in comune l'origine (un brano francese di Claude Francois intitolato "Comme d'habitude"), la canzone narra l'amara storia di una ragazza dai capelli "grigio topo" ("the girl with mousy hair") che, delusa dalla vita che la circonda, si perde in una sorta di zapping davanti alla tv, dove le vengono mostrate tante realtà diverse che la affascinano ma a cui sa che non potrà mai avere accesso. Nel testo vengono citati Mickey Mouse e John Lennon, insieme a frasi ispirate da notiziari e programmi televisivi dell'epoca, fino ad arrivare ad un ricorrente e noiosissimo film che rappresenterebbe la vita reale; una vita già vissuta e che verrà replicata (e quindi rivista) tante altre volte ("But the film is a saddening bore,'cause I wrote it ten times or more, it’s about to be write again as I ask you to focus on...") perchè difficilmente cambierà. L'orchestrazione ricorda un brano tratto da un musical che, anche se in numerosi passaggi assume persino un taglio operistico grazie agli archi suonati da Mick Ronson, riesce a mantenere una chiara impronta glam. Tra le prime produzioni di Bowie, è quella che più mi ha colpito sin dai primi ascolti:vuoi per l'interpretazione sentita e teatrale, vuoi per l'atmosfera delicata, "Life on mars" resta un classico senza tempo, buono da risentire - e cantare - in qualsiasi momento della giornata.



2 - SPACE ODDITY
"Ground control to Major Tom...Ground control to Major Tom...Take your protein pills and put your helmet on...". "Space oddity" si apre esattamente con queste parole su degli accordi di chitarra acustica, e sfido chiunque a dire che non le abbia mai canticchiate almeno una volta. Nonostante ciò, il testo per molti rimane piuttosto criptico, sospeso tra una specie di alienazione del protagonista - probabilmente dovuta all'uso di droghe - dal mondo reale e tutto ciò che lo circonda ("For here am I sitting in a tin can far above the world...") e quella che sembra una concatenazione di metafore che probabilmente fanno riferimento alla relazione appena conclusa tra Bowie e Hermione Farthingale ("And I think my spaceship knows which way to go tell my wife I love her very much she knows..."). Io ci vedo una storia molto più semplice:il racconto di un'astronauta che si sente tremendamente solo nella sua navicella spaziale, lontano anni luce dalla casa e dagli affetti più cari (a volte bisogna semplificare le cose, senza andare a vedere troppo oltre quello che è scritto; ovvio, stiamo parlando di uno dei personaggi più visionari di sempre, ma questo non vuol dire che ogni singola strofa contenga significati nascosti). Pubblicata nel 1969, e contenuta nell'album dallo stesso nome, "Space oddity" è stata inclusa tra le "500 canzoni che hanno plasmato il rock'n'roll" della Rock'n'roll hall of fame, oltre a diventare, negli anni, uno dei brani più noti dell'intero repertorio del duca bianco.


3 - THE MAN WHO SOLD THE WORLD
Inclusa nell'album dallo stesso titolo del 1970, "The man who sold the world" è una meravigliosa canzone che all'epoca non venne accolta dal pubblico con il meritato entusiasmo, e che solo in un secondo momento venne rivalutata ed apprezzata a dovere. Non è mai uscita come singolo, ma la si può trovare come b-side del 45 giri di "Life on Mars?", uscito nel 1973. Qui, per dare un senso al significato della storia, purtroppo mi sono dovuto aiutare con il web, poichè il testo preso così, nudo e crudo, ai miei occhi non sembra avere un senso compiuto. In realtà, leggo di riferimenti a diverse opere letterarie, tra le quali solo i versi del poeta Hughes Mearns sono chiaramente riprovati (versi da cui deriva l'intero incipit del brano "We passed upon the stair, we spoke of was and when although I wasn’t there, he said I was his friend which came as some surprise, I spoke into his eyes I thought you died alone, a long long time ago..."). Gli altri accostamenti, sono delle semplici somiglianze e richiami che alcuni critici hanno notato con "Il compagno segreto" di Joseph Conrad e "Incontro di notte" di Ray Bradbury. Non avendo letto nè uno nè l'altro, non posso sblianciarmi nel dire quanto di queste due opere ci sia nella canzone. Sotto l'aspetto musicale, è l'ipnotico giro di chitarra ad essermi entrato subito in testa, ma devo ammettere che sono arrivato a questo brano solo grazie a Kurt Cobain e alla sua meravigliosa e toccante interpretazione inclusa nel "MTV Unplugged" dei Nirvana. Quella rivisitazione mi è rimasta nel cuore, ed è inutile descrivere la mia sorpresa quando ho scoperto che la versione originale era di David Bowie.



4 - THURSDAY'S CHILD
Questa splendida melodia segna il ritorno sulle scene di Bowie nel 1999. E', infatti, il primo singolo tratto da "Hours", ed è un malinconico resoconto di un passato in cui probabilmente il duca bianco non è riuscito ad ottenere quello che si aspettava, nè ad essere quello che voleva, arrivando a chiedersi se il destino non abbia voluto farlo vivere in un'epoca sbagliata, non "sua" ("Maybe I’m born right out of my time breaking my life in two..."). Ad un inizio piuttosto amaro, però, si contrappone un barlume di speranza, perchè adesso questo disagio sembra essere scomparso e Bowie si sente pronto a tagliare i ponti con quel passato ("Throw me tomorrow, now that I’ve really got a chance, Throw me tomorrow, everything’s falling into place, Throw me tomorrow seeing my past to let it go..."). L'atmosfera generale che pervade il brano è piuttosto delicata, raffinatissima, costruita su un'apertura di archi tastieristici che accompagnano la voce del cantautore, sempre toccante e profonda. Il titolo "Thursday's child" è ispirato dalla biografia dell'attrice di cabaret e cantante americana Eartha Kitt, uno dei libri preferiti di David Bowie; inoltre, utilizzando la metafora dei giorni della settimana, segna come giorno della sua rinascita il giovedì; in un arco temporale dove la settimana rappresenta la sua vita, infatti, si va a collocare esattamente nel mezzo di essa (Bowie ha composto il brano, insieme a Reeves Gabrels, all'età di 52 anni, il che rende il tutto coerente ed ancor più autobiografico). I giorni precedenti (Monday, Tuesday e Wednesday) rappresentano invece il passato, ovvero la prima vera nascita, l'adolescenza e la gioventù:tutti periodi di una vita "sbagliata", di cui l'artista si pente e con cui vuole tagliare i ponti. Anche il video ricalca la stessa tematica, mostrando Bowie di fronte ad uno specchio dove viene riflesso più giovane, in una sorta di confessione dell'io attuale a quello ormai andato e relegato al ruolo di semplice ricordo del tempo che fu.



5 - AS THE WORLD FALLS DOWN
Tratta dal film "Labyrinth" del 1986, di cui Bowie è anche protagonista, "As the world falls down" è una bellissima ballad, toccante e delicata, che impreziosisce la colonna sonora del film composta da Trevor Jones e contenente altri 4 pezzi inediti del duca. Sebbene tra i brani incisi per il disco, il più famoso sia senza dubbio "Underground", con questo lento Bowie dimostra ancora una volta la sua abilità nel comporre splendide canzoni d'amore; e così, con i versi "There’s such a fooled heart, beating so fast in search of new dreams, a love that will last within your heart, I’ll place the moon within your heart", modulati in tonalità decrescente, egli consola la sua amata; poi, la rassicura della sua presenza eterna nel ritornello:"As the pain sweeps through makes no sense for you, every thrill has gone wasn’t too much fun at all, but I’ll be there for you as the world falls down...". Forse nel contesto del film il pezzo risulta un pò forzato (accompagna una scena in cui Bowie, che è un Goblin, balla con la co-protagonista, Sarah, che è una bambina), ma in una qualsiasi compilation di "love songs" non se ne potrebbe fare assolutamente a meno. Dopo Ziggy Stardust, dopo Thin White Duke, con Labyrinth Bowie assume le sembianze di un nuovo alter-ego, Jareth, re del curioso mondo degli gnomi, enigmatico, malefico e spiritoso allo stesso tempo. Un personaggio dalle mille sfaccettature, che ancora una volta calza alla perfezione con la personalità camaleontica dell'artista e la sua capacità di reinventarsi. 


E così sono giunto alla conclusione di quest'altra faticosa selezione di canzoni. Ogni volta che si parla di grandi artisti la scelta è ardua, e richiede numerose riflessioni:è mia prerogativa, in questi casi, scegliere nel modo più corretto quello che rappresenta i miei gusti personali che, come ho già detto in apertura, possono essere discutibili e talvolta anche bizzarri. Un'affermazione che metterà senz'altro d'accordo chiunque stia leggendo, è certamente questa:con Bowie, la musica ha perso un altro artista pregiato, geniale e innovatore. Con il suo stile sempre all'avanguardia, ci lascia un'eredità musicale enorme, varia e pioneristica:un lungo elenco di brani che vengono ancora oggi riscoperti dalle nuove generazioni, e che continueranno a restare immortali. 
Questo è il mio Bowie. Ma è pur vero che, con spunti diversi, ed opere di altre epoche che io non ho citato, ognuno di noi ne porta almeno una piccola porzione dentro di sè, in quella che suona come la colonna sonora della nostra vita. (R.D.B.)



















Nessun commento:

Posta un commento