lunedì 12 febbraio 2018

PLAYLIST:EMO VALENTINE

PLAYLIST : EMO VALENTINE



E' il 14 febbraio, giorno di San Valentino. E piove.
E' un temporale che la manda giù come si deve. 
Lei aspetta all'angolo di una strada, protetta da un ombrellino blu. Truccatissima, cuffie alle orecchie, smalto nero sulle unghie delle mani, pantaloni attillati, scuri e tempestati da tanti scheletrini viola.
Alza lo sguardo, e sorride ad un uomo che le sta venendo incontro. Si abbracciano. Lui, con il suo giubbotto di pelle, capelli lunghi e neri come la pece, il piercing all'orecchio, un tatuaggio che sbuca dal collo, jeans strappati e Converse da skater, é l'esatta metà mancante della ragazza. 
Si baciano, e non si accorgono che l'ombrello, inclinandosi, lascia passare la pioggia. Perchè l'amore, quando arriva, ti investe come un treno ad alta velocità, se ne frega di tutto e va dritto per la sua strada; del mondo e del suo frastuono, chi se ne frega. E' un pò la stessa sensazione che si prova quando si può liberare la puntina del giradischi e lasciarla sfogare sui solchi di un vinile, per cancellare tutto ciò che ci circonda e farsi cullare da quelle note che ci regalano emozioni uniche.
Da questa immagine che ho appena tratteggiato, nasce l'idea di questa playlist, che ha preso forma anche per altri due motivi:il primo è quello di essere "alternative" al punto giusto da evitare inutili e scontatissimi clichè musicali per quella che è la festa degli innamorati; il secondo motivo è  che qui, in questo blog, si parla di musica. Sempre e solo di buona musica. 
Facciamolo come si deve.  
Se vi state chiedendo quali possono essere le canzoni preferite di quei due ragazzi, vi dico che ci sono buone probabilità che possa essercene almeno una tra quelle dei gruppi (o cantanti) che sto per elencare. Inoltre, se siete in cerca di qualcosa di diverso e soprattutto originale da suonare in una serata di San Valentino, questa scaletta di ben 10 brani (mi sono allargato, stavolta) potrà fare al vostro caso. Ma una cosa sia ben chiara:la musica sarà solo un complemento, passerà in sottofondo e probabilmente verrà ignorata (almeno ve lo auguro, un'occasione del genere voglio sperare vi tenga impegnati con ben altro); nell'evenienza in cui qualche nota venga ascoltata, fidatevi:farebbe più colpo qualcosa di ricercato, e per certi versi di inaspettato rispetto a quello che ci è già stato proposto centinaia di volte ed in tutte le salse.
Per tutte le anime solitarie, invece, sarà un motivo valido per evitare di struggersi su delle note smielate e strappalacrime:vi garantisco che i brani che sono andato a scegliere daranno, se non altro, un pò di colore a quell'espressione da musoni che vi portate dietro. C'è anche una terza categoria a cui potrei rivolgermi:quella dei menefreghisti che non festeggiano questa ricorrenza, ed anzi, la ignorano. Beh, questa, per voi, potrebbe essere un'occasione per scoprire qualche canzone nuova o dei gruppi che non avete mai sentito, o leggere cosa ne pensa il sottoscritto di quelli che già conoscete, e dissentire od approvare le mie scelte. 
Insomma ce n'è per tutti.

La playlist che vi sto per presentare è un tributo al filone "emo", che ormai non è più circoscritto ad una manciata di artisti e rockband punk di impronta melodica; sì è espanso a tal punto da divenire non solo un genere a sè stante, ma un vero e proprio movimento che abbraccia una varietà enorme di stili ed influenze. Così con il termine "emo", oggi possiamo buttare nel pentolone un pò di tutto, e non solo gli storici esponenti del genere (un pò di nomi? My Chemical Romance, Fall Out Boy, Panic! at the disco); ci si può inserire una venatura di pop e glam (Avril Lavigne, Tokyo Hotel, Adam Lambert), persino di gothic rock (i 69 Eyes, per esempio, o gli ormai sciolti HIM e To/Die/For) e di gruppi storici (basti pensare a Cure e Siouxsie & the Banshees, che pur essendo di chiara estrazione new-wave, sono stati autentici precursori di certe espressioni tipiche dell'emo). Inoltre, si può tranquillamente andare a pescare materiale anche in Giappone, con la miriade di colonne sonore e canzoncine tratte da anime e manga. Insomma, un vero e proprio melting pot, dove le uniche linee guida da seguire sono:un pò di trucco, l'aria distaccata ed un pò incazzata da darkettoni, rock a catinelle e giubbotto con le borchie, rigorosamente abbinato a vestiti apparentemente trasandati. 
Ovviamente sto definendo visivamente il genere da un punto di vista superficiale, ironico e tutto mio; seriamente ed artisticamente, non c'è definizione più chiara per descriverlo di quella che vi riporto para para tratta da Wikipedia:"Il termine emo (o emo-core) si riferisce ad un filone musicale inizialmente compreso all'interno del punk rock, di cui è considerato un sottogenere. Tuttavia, nella sua evoluzione più moderna, lo stile include anche sonorità di tipo melodico orientate all'indie rock e all'alternative rock. [...] Sebbene le origini siano comunque per la gran parte etichettabili come hardcore punk, la musica "emo" contiene una maggiore attenzione sia ai testi che alla tecnica musicale, con sonorità più melodiche e ricche." 

E quindi quali note, nella vostra immaginazione, sarebbero fuoriuscite dalle cuffie di quella ragazza darkettona persa nell'abbraccio del suo uomo, sotto la pioggia?
Questo è ciò che suggerisco io; ma ognuno di voi può plasmare le scelte a suo piacimento, ad un patto:i cd di Celine Dion, Mariah Carey e Whitney Houston lasciamoli al loro posto, per questa volta.



  1 - MY CHEMICAL ROMANCE - GHOST OF YOU
Non c'è canzone migliore che possa rappresentare lo spirito di questa playlist. Gli statunitensi My Chemical Romance sono uno dei principali esponenti del genere emo-rock, e "Ghost of you" è una ballad orecchiabile e di grande impatto, oltre ad essere uno degli episodi più riusciti della loro intera carriera. La voce di Gerard Way si muove limpida nelle strofe tipiche di un pezzo acustico, che trova il suo culmine nell'esplosione vorticosa del ritornello:l'entrata prepotente della chitarra elettrica porta la melodia ad essere tirata ed a tratti persino disperata. Il testo è gelido come quella pioggerellina invernale che ti inumidisce il viso; sono le riflessioni, struggenti e narrate per immagini, di un uomo che ha visto morire la persona amata tra le sue braccia ("Get the feeling that you're never all alone and I remember now at the top of my lungs in my arms she dies"), e che non riesce a darsi pace, perchè sa che non la vedrà più tornare a casa: "At the end of the world, or the last thing I see You are never coming home, never coming home Could I? Should I?". 
Il tema della perdita è uno dei temi ricorrenti dell'intero "Three cheers for a sweet revenge", che assume quasi i contorni di un concept album. Amore e vendetta, dolore e rabbia:sentimenti contrapposti che spesso vivono in simbiosi, e su cui sono stati spesi fiumi di parole ed ore di pellicole. Grazie a brani come "Ghost of you", "Helena" (sulla perdita della nonna dei fratelli Way, rispettivamente cantante e bassista del gruppo) e "I'm not okay (I promise)", "Three cheers for a sweet revenge" è un ottimo album che definisce in modo deciso lo stile dei My Chemical Romance, sospeso tra influenze punk (Misfits), dark elettronico (Smashing Pumpkins) e barocchismi alla Queen. E' inoltre celebrato dalla rivista britannica New Musical Express come uno dei "20 dischi emo che hanno brillantemente superato il test del tempo", mentre Spin, giornale americano specializzato in musica rock, lo inserisce tra i "300 album indispensabili degli ultimi 30 anni".
MY CHEMICAL ROMANCE - GHOST OF YOU (VIDEO) 


2 - 30 SECONDS TO MARS - HURRICANE
Epica e magnificente sin dalle prime note, questa "Hurricane" è forse la creatura più complessa ed elaborata partorita da Jared Leto, che va ad impreziosire il già ottimo lavoro dei suoi Thirty Seconds To Mars, "This is war".
Sto parlando di una di quelle canzoni che mi ha travolto sin dal primo ascolto, e mi ha fatto gridare al capolavoro:vuoi per il ritornello pomposo ed iper-orecchiabile, vuoi per quella spirale in crescendo che, una nota dopo l'altra, si abbatte sull'ascoltatore come un uragano (il titolo non è un caso), "Hurricane" è un brano universale, capace di entrarti subito nelle corde e di mettere d'accordo un pò tutti; è una cosa che avviene raramente, e di cui sono capaci solo i pezzi veramente riusciti.
Lo splendido cantato di Leto si dipana su una base dove archi e arrangiamenti elettronici prevalgono su chitarre e batteria, pressochè assenti per 3/4 del pezzo. Sono 6 minuti intensi, ad alta tensione emotiva, al termine dei quali è facile restare affascinati e sconvolti allo stesso tempo, mentre nella testa rimbomba il leit-motiv del brano: "Tell me would you kill to save a life? Tell me would you kill to prove you're right? Crash, crash, burn, let it all burn this hurricane's chasing us all underground...".
I Thirty Seconds To Mars sono una delle più interessanti scoperte degli ultimi 20 anni nel circuito rock. A molto si deve l'istrionicità del loro leader (ormai anche attore affermato), Jared Leto; ma la capacità di spaziare ed attingere tra vari generi quali l'industrial, il progressive e l'elettronica ha reso la loro proposta varia ed a tratti unica. "This is war" è l'album della maturità, e sebbene il precedente "A beautiful lie" presenti dei tratti "emo" più marcati, con dei pezzi che avrebbero fatto la loro sporca figura in questo ambito, è "Hurricane" che, a mio avviso, non dovrebbe mancare nè in questa, nè in tante altre playlist.
30 SECONDS TO MARS - HURRICANE (AUDIO) 


3 - PLACEBO - SPECIAL NEEDS
Beh, con i Placebo facciamo un bel salto all'indietro nel tempo; e per parlare di quella meraviglia sonora che è "Special needs", dobbiamo andare a tirare fuori  "Sleeping with ghosts". Uscito nel 2003, è un lavoro dalla chiara impronta post-grunge, ma con spruzzate di glam e sperimentazioni elettroniche che ben si sposano con la tematica emo di questa selezione. Brian Molko non ha saputo, negli anni, differenziare ulteriormente lo stile della band, che ad oggi suona un pò stantìo; ma all'epoca un pezzo come "Special needs" aveva il suo perchè, ed ottenne un successo enorme. Si tratta di una ballad delicatissima, dove le chitarre elettriche sono soffuse come le luci del salone di casa a mezzanotte, e dove le evocative tastiere seguono passo dopo passo la voce androgina di Molko. Il brano di per sè si presta a numerose chiavi di lettura, sospeso tra l'idealizzazione dei sogni di un adolescente, l'inseguimento del successo e qualche riferimento alle droghe. E' il ricordo vivido di un vecchio amico, probabilmente disabile ("Remember me when you clinch your movie deal and think of me stuck in my chair that has four wheels..."), che si rivolge a Molko, ormai famoso, chiedendogli di non dimenticare quei 19 anni in cui i sogni erano "necessità speciali" ("Special needs"):"Remember me through flash photography and screams, remember me, special dreams...Just 19 this sucker's dream I guess I thought you had the flavor...".
Sebbene non ascolti più con tanta frequenza i lavori dei Placebo, "Special needs" resta una splendida litanìa, diafana ed elegante, che ancora oggi, a distanza di ormai 15 anni, non mi sono stancato di riproporre nelle mie scalette.
PLACEBO - SPECIAL NEEDS (VIDEO) 


4 - EVANESCENCE - EVERYBODY'S FOOL
La scelta di inserire gli Evanescence potrebbe sembrare un pochino forzata. Non è così: prima di tutto, perchè il look di Amy Lee deve molto sia al genere gothic-rock che all'emo. E poi la loro proposta musicale, sebbene più hard delle altre e di chiara estrazione gothic, calza a pennello in questa selezione. "Everybody's fool" è tratta dall'album d'esordio della band , "Fallen", che è senz'altro quello più completo e riuscito della loro carriera. Scegliere "My immortal" o "Hello", splendide ballads presenti all'interno dello stesso disco, sarebbe stata una mossa troppo prevedibile; questo pezzo dai tratti più spigolosi e guidato da tastiere spettrali, invece, offre una soluzione valida per rimanere perfettamente a cavallo tra il romantico ed il frizzante:è tirato al punto giusto da un giro di basso eccezionale e da una ben dosata impronta metal, in cui la chitarra elettrica la fa (ovviamente) da padrone; il "muro del suono" è inoltre impreziosito da uno splendido arpeggio di chitarra acustica (chiaramente udibile nell'intro insieme alle tastiere).
Amy Lee si sfoga sulla falsità delle persone, e la loro particolare capacità di riuscire a prendersi gioco degli altri ("Never was and never will be, you don't know how you've betrayed me, and somehow you've got everybody fooled"); persone, queste, che nascondendo la loro natura dietro una maschera, spesso non distinguono più la realtà dall'inganno:"Without the mask where will you hide can't find yourself lost in your lie...".
"Everybody's fool" è quanto di meglio si possa andare a pescare in un ambiente rock a tinte crepuscolari, sebbene molto commerciale; "Fallen" invece, è un'autentica pietra miliare del genere gotico, un album capolavoro dalle mille sfaccettature che ancora oggi è punto di riferimento per numerosi altri artisti.
EVANESCENCE - EVERYBODY'S FOOL (LIVE) 


5 - PARAMORE - DECODE
I Paramore sono un altro di quei gruppi riconosciuti come classici esponenti del genere emo. Originari del Tennesse, la loro carriera è cresciuta album dopo album fino ad esplodere con il terzo lavoro, "Brand new eyes", che si va a collocare temporalmente in parallelo con il brano che ho scelto, sebbene quest'ultimo non ne faccia parte se non come "bonus track". Il perchè è presto detto: "Decode" è stata concepita ed incisa per la soundtrack di "Twilight". Ma questo è solo un dettaglio, non vi pare? Al di là di ciò che si possa pensare della saga dei film tratti dai libri di Stephanie Meyer, c'è da dire che le rispettive colonne sonore hanno sempre riservato delle notevoli sorprese. "Decode" ne è senza dubbio il caso più eclatante:è un brano etereo, che senza rinunciare alle sferzate energiche di chitarra elettrica mantiene la sua componente sognante ed atmosferica; per di più, è corredato da un'altra bellissima voce femminile:quella di Haley Williams, leader del gruppo. Le lyrics funzionano anche se estrapolate dal contesto del film, sospese fra la classica canzone d'amore e l'ennesima accusa di ipocrisia e slealtà: "The truth is hiding in your eyes and it's hanging on your tongue, just boiling in my blood but you think that I can't see...
Nonostante non sia nulla di originale, "Decode" è glaciale come un cielo stellato d'inverno, e con la sua semplicità arriva dritta al cuore senza per forza risultare banale. E', senza dubbio, uno dei brani che non poteva mancare in questa selezione. 
PARAMORE - DECODE (VIDEO) 

 
6 - BULLET FOR MY VALENTINE - VENOM
"Venom" è un mid-tempo che da il titolo all'ultimo disco dei Bullet For My Valentine, e vince un ballottaggio durato fino alla stesura di questo articolo con un'altra ballad intitolata "Say goodnight", tratta dal lavoro della band inglese del 2008, "Scream, Aim, Fire". La mia scelta è stata dettata dalla vena più spiccatamente alternative di "Venom", che fa sì che il pezzo risplenda di luce propria e si distingua dalle altre proposte del genere emo e metal-core. Il veleno di cui si parla nella canzone, esce dall'influenza che ha la persona amata sul protagonista, subdola come il serpente rappresentato in copertina, manipolatrice e beffarda. E' un potere che si odia, ma di cui non si può neanche fare a meno:"How dare you play the victim?
These tortured eyes, they see right through you right through you
but still you keep me captive and make me feel like I deserve you,
but I hate you, hate you...
". Aperta da un suggestivo giro di batteria a cui si sovrappone la melodia di una tastiera meravigliosa, questo brano cresce nota dopo nota insieme all'interpretazione vocale del cantante Matthew Tuck, che in alcuni momenti si tramuta in vero e proprio screaming, tratto distintivo dei BFMV

Questo brano che sono andato a scegliere, è una sorta di specchietto per le allodole per chi non conosce bene il gruppo; non lasciatevi ingannare dalla melodia e dalla sua orecchiabilità, pensando di trovarvi di fronte ad un album facile da mandare giù al primo ascolto; "Venom" nel complesso è un lavoro tirato, carico di riff pesanti e taglienti come una lama affilata, che riportano la band alle sonorità più dure e possenti degli esordi.
BULLET FOR MY VALENTINE - VENOM (VIDEO) 
 

7 - GARBAGE - MILK
No, non potevo relegare in un angolo Shirley Manson ed i suoi Garbage. "Milk" meritava di essere buttata nella mischia, sebbene si stia al limite del "fuori tema". Tratta dall'album d'esordio del 1995, autentico capolavoro della band rock statunitense ed intitolato semplicemente "Garbage", "Milk" è una ballad elettronica nobilitata da un'interpretazione vocale sublime della Manson; culla le orecchie e trasporta l'ascoltatore in una dimensione parallela con la sua atmosfera vellutata. Il testo è un autentico manifesto d'amore:il rischio, forte, era quello di andare a proporre qualcosa di scontato e ripetitivo, ed invece sia sul piano strettamente musicale, che su quello del songwriting, questa ballad si distingue al punto da essere (almeno per il sottoscritto) non solo degna rappresentante dei Garbage in questo contesto, ma anche una delle migliori canzoni d'amore di sempre in campo pop/rock. Le strofe si muovono in un simil parlato che fa da perfetto preambolo all'apertura vocale del ritornello, da cantare e ricantare a squarciagola:"I am lost so I am cruel, but I'd be love and sweetness if I had you....I'm waiting I'm waiting for you...".
"Milk" è senza dubbio il momento più intimo e delicato di questa scaletta. Se non avete nella vostra discografia l'album "Garbage", correte al più presto ai ripari:vi garantisco che brani come questo, "Queer", "Stupid girl" e "Only happy when it rains", una volta ascoltati, difficilmente finiranno nel dimenticatoio.
GARBAGE - MILK (ORIGINAL VIDEO)  



8 - GREEN DAY - BOULEVARD OF BROKEN DREAMS
Credo che nessuno si possa offendere se dico che, tra tutti gli artisti appena citati, Billy Joe Armstrong e soci sono quelli che hanno meno bisogno di presentazioni. E così, al momento più dolce della mia selezione, lascio subentrare quello della band più famosa del lotto. "Boulevard of broken dreams" è un pezzo atipico nella produzione dei Green Day:gira, infatti, ad una velocità senz'altro più lenta della stragrande maggioranza dei loro brani, e fa della componente melodica il suo biglietto da visita; di punk c'è poco o niente, a parte le chitarre distorte. Potrebbe sembrare una canzone un pò statica, ed in effetti all'ascolto è un pochino sempliciotta; eppure funziona maledettamente bene, anche nella sua ripetitività. E' la storia di un ragazzo (Jimmy, che viene citato a più riprese nell'album "American Idiot") che si trova in un periodo di confusione psicologica, di tristezza e solitudine. Egli cammina in una strada solitaria e deserta ("I walk a lonely road, the only one that I have ever known, don't know where it goes but it's only me, and I walk alone") e considera questa strada (Boulevard) come una casa e come l'unico posto che abbia mai conosciuto. 
In quella strada le uniche cose che si muovono sono il suo cuore e la sua ombra, e finchè il desiderio di avere qualcuno al suo fianco non si avvererà, continuerà a camminare in solitudine:"Sometimes I wish someone out there will find me, till then I walk alone...".
"Boulevard of broken dreams" è stata numero 1 nelle classifiche di diversi paesi, portandosi a casa anche 7 premi agli MTV Video Music Awards; insieme ad altri singoli fortissimi come "Wake me up when september ends", ha trainato "American idiot", l'album da cui è tratta, fino a fargli totalizzare ben 14 milioni di copie vendute in tutto il mondo.
Il disco marca anche un cambiamento nella proposta dei Green Day, essendo il primo concept-album ideato dalla band, liberamente ispirato a "Tommy" degli Who e "Zen Arcade" degli Husker Du.
GREEN DAY - BOULEVARD OF BROKEN DREAMS (VIDEO)



9 - SILVERSTEIN - LOST POSITIVES
Al momento supersoft dei Garbage con "Milk", fa da contraltare questo pezzo energico e dinamico dei Silverstein. Seppur poco conosciuti alle nostre latitudini, dall'alto della loro quasi ventennale carriera costellata dalla pubblicazione di 8 album e svariati E.P., i Silverstein possono essere definiti uno dei gruppi-simbolo dell'intero movimento emo-core. Mi sono imbattuto quasi per caso nel loro ultimo disco "Dead reflection", mentre studiavo la playlist per questa chiacchierata, e quindi ammetto di essere piuttosto impreparato sulla loro discografia precedente:ma non è mai tardi per recuperare, giusto? Quello che posso dire è che "Dead reflection" è un lavoro di ottima fattura, e la "Lost positives" che ho aggiunto qui in extremis è senz'altro un brano dall'enorme potenziale; si apre con la voce quasi a cappella del frontman Shane Told, che viene risucchiata da una sferzata chitarristica da antologia volta ad introdurre una sequenza strofa/ritornello micidiale e di grande effetto. La combinazione, chiaramente vincente, viene doppiata fino al bridge dove subentra lo "screaming" tipico di molte produzioni post-hardcore. Questo pezzo è, da circa un mese, una presenza fissa nel mio lettore mp3, perchè si stampa con una facilità disarmante nella testa e non te lo togli più di dosso. Shane Told ha svelato, in un'intervista su Alternative Press che "Lost positives" è stata la prima canzone in assoluto su cui i Silverstein hanno lavorato per il nuovo disco, e che la versione pubblicata è completamente diversa dal demo registrato in origine:"è diventata qualcosa di completamente diverso da quello che abbiamo fatto fino ad ora; amo i suoi continui cambi di tempo, e mi piace il tipo di vibrazione che può trasmettere". Ancora una volta, si parla di tradimenti e bugie, tema ricorrente nelle produzioni emo:"Can you know what’s true living lies that kept me close to you lying is letting you go...Can you know what’s true? if lying is leaving, truth is just believing!". 
SILVERSTEIN - LOST POSITIVES (VIDEO) 
 

10-BLACK VEIL BRIDES-VALE(THIS IS WHERE IT ENDS)
"Vale" è il brano che da il titolo all'ultima fatica della rock band californiana Black Veil Brides, ed è un ballad posta in chiusura del disco. "L'origine del nome del nostro gruppo viene dalla fissazione che avevo durante l'infanzia per il cattolicesimo romano e l'immaginario dark che evoca", dice Andy Biersack, leader e cantante dei BVB, in un'intervista; "Il termine Black Veil Brides (spose dal velo nero) viene dalla chiesa. Nella cerimonia di consacrazione di una suora, questa è tenuta ad indossare un velo nero, simbolo dell'abbandono dei piaceri della vita. E' un discorso simile a quello di una rock band, i cui membri devono abbandonare molte cose nel perseguire ciò di cui sono appassionati o che adorano; la generale mancanza di santità richiamata da un'immagine così forte mi sembrava evocativa e sexy, perfetta per la nostra band". "Vale" è il quinto album del gruppo, e segue un filone dal forte appeal commerciale; ho deciso di lasciare per ultimo il pezzo in questione non solo per il titolo ("This is where it ends" - "Qui è dove finisce"), ma anche perchè lo vedo come una sorta di compendio di tutti gli artisti che ho citato fino ad ora. La musica dei BVB infatti attinge a piene mani dalla tradizione più moderna dell'alternative metal (Bullet For My Valentine), con l'aggiunta di un'impronta teatrale e cinematografica alla My Chemical Romance e di una matrice glam ed emo, che rendono la loro proposta fruibile un pò a tutti i livelli. "Vale" non sarà la ballad del secolo, ma è fresca fresca di pubblicazione, e se l'intuito non mi tradisce, ha le potenzialità di essere una di quelle destinate a lasciare il segno. 
Di certo, è un'ottima chiusura per una playlist di San Valentino piuttosto rockettara, diversa ed inaspettata. 
BLACK VEIL BRIDES - VALE (THIS IS WHERE IT ENDS)


E' stata una faticaccia, lo ammetto. E non mi ha fatto sudare tanto la scelta dei brani da inserire e di cui parlarvi, quanto l'attenzione nel non andare troppo fuori dal seminato:inizialmente avevo inserito pezzi degli HIM, di Adam Lambert, ed uno addirittura della colonna sonora dell'anime "Nana". Erano tutti brani che per un motivo o per l'altro sembravano pertinenti, ma che avrebbero allargato troppo gli orizzonti di ciò che intendevo - e si intende in generale - con il termine "emo". Qualche licenza si può prendere, ma non deve mai andare ad intaccare in modo esagerato l'idea di base. Certamente avrò modo di parlare, in seguito e con delle playlist più calzanti, di questi e tanti altri artisti.

Musica e letteratura vanno spesso a braccetto; per chi è arrivato a leggere fino a qui e volesse ampliare il discorso della festa di San Valentino anche sotto il profilo letterario, qui potrete trovare pane per i vostri denti:
ALL YOU NEED IS LOVE:DIECI LIBRI PER SAN VALENTINO

 
Nel frattempo, continua a piovere. I due ragazzi si incamminano, mano nella mano. All'improvviso lei si ferma, si leva uno degli auricolari dall'orecchio e lo mette in quello del ragazzo. Si allontanano così, uniti nei cuori che battono al ritmo delle stesse note.

Buon San Valentino a tutti gli innamorati. 
E buon San Valentino pure ai cuori solitari, in cerca di un'anima gemella. Questa playlist è anche per voi, perchè la musica è di tutti.
E per tutti.


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